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La Deputazione

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           Attraverso il Regio Brevetto del 20 aprile 1833, custodito nell’Archivio di Stato di Cagliari, Carlo Alberto re di Sardegna, di Cipro, di Gerusalemme, duca di Savoia e di Genova, principe di Piemonte, etc., creava una Regia Deputazione sovra gli studi di Storia Patria, con lo scopo di potenziare gli studi storici e le patrie memorie, perché, egli affermava, il favoreggiarli è uffizio del principe cui stia a cuore la propria e la gloria dei popoli sottoposti al suo reggimento.

           Non si trattava dell’attuale Deputazione, a carattere regionale, bensì di un Istituto  nazionale del regno sardo-piemontese che aveva sede nel palazzo reale e teneva le proprie adunanze in una delle sale degli archivi di corte. In quell’epoca nasceva il progetto di pubblicare collezioni di fonti inedite e rare che sarebbe sfociato nella prestigiosa collezione di volumi denominata Monumenta Historiae Patriae, che annovera i due celebri Codici Diplomatici dedicati alla Sardegna: il Codex Diplomaticus Sardiniae, curato da Pasquale Tola, in due volumi (1861 e 1868), e il Codex Diplomaticus Ecclesiensis, che contiene il Breve di Villa di Chiesa, ossia gli ordinamenti legislativi dell’antica città mineraria oggi denominata Iglesias, e i più antichi documenti del suo Archivio cittadino; opera curata da Carlo Baudi di Vesme nel 1877.

          Quell’originaria Deputazione “sovra gli studi di Storia Patria” con sede a Torino ebbe come primo presidente il conte Prospero Balbo, mentre fra i suoi membri si annoverarono illustri personaggi, quali il barone Giuseppe Manno, autore della Storia di Sardegna, e il cavalier Ludovico Baylle, Direttore della Biblioteca Universitaria di Cagliari, famoso bibliofilo ed erudito.

          Agli inizi del Novecento, da quell’originaria Deputazione scaturirono le Società Storiche regionali, il cui compito istituzionale permase in sostanza identico, cioè fu sempre quello di dare incremento agli studi storici ed alla raccolta e pubblicazione dei documenti e delle fonti storiche riguardanti la Sardegna, come ancora oggi recita lo Statuto del sodalizio.

           Nel 1905 fu creata nell’isola la Società Storica Sarda, sotto la presidenza di Arrigo Solmi. In quello stesso anno fu pubblicato il primo numero della rivista “Archivio Storico Sardo” quale organo ufficiale dell’Istituto; si tratta di una rivista caratterizzata dal rigore scientifico e dall’originalità dei contributi, tuttora esistente, che per molti anni è stata praticamente l’unica a raccogliere le voci dei più autorevoli studiosi di cose sarde, non solo di storia, ma anche di geografia, archeologia, arte, istituzioni, linguistica. Suddivisa in Saggi e Memorie, Notiziari, Rassegne e Recensioni, la rivista ha mantenuto inalterata nel tempo la sua struttura interna ed è un punto di riferimento per chi intenda cimentarsi negli studi storici sulla Sardegna, intesi nel modo più ampio. Arrigo Solmi, Enrico Besta, Raffaele Di Tucci, Tommaso Casini, Enrico Costa, Antonio Taramelli, Leopold Wagner, Dionigi Scano, Ugo Mondolfo, Pier Enea Guarnerio, Vittorio Finzi, Ettore Pais, Francesco Loddo Canepa, Michele Pinna, Bacchisio Raimondo Motzo e tanti altri nomi prestigiosi collaborarono in questa prima fase della Società Storica Sarda, che promosse, insieme alla rivista, una collana di volumi, la “Biblioteca sarda”, dove furono edite opere, divenute ormai dei classici, come la Storia dell’arte in Sardegna dall’XI al XVI secolo, di Dionigi Scano, edita nel 1907, e gli Studi storici sulle istituzioni della Sardegna nel Medioevo, di Arrigo Solmi, edita nel 1917.

           Dopo i primi trent’anni di attività, il conte Cesare Maria de Vecchi di Valcismon, Ministro di Educazione Nazionale, con l’intento di dare un indirizzo nuovo e unitario  agli studi storici e di rinnovare le istituzioni storiche del regno, creò, con decreto del 20 giugno 1935, una Regia Deputazione di Storia Patria per la Sardegna, nella quale confluì il 2 agosto dello stesso anno la Società Storica Sarda, in considerazione dell’opera nobilissima ed apprezzata che aveva svolto per un trentennio. La prima adunanza del nuovo Istituto si svolse il 28 ottobre 1935. Il suo primo presidente fu il cavaliere di Gran Croce, conte Giovanni Cao di San Marco, il vice presidente l’ingegner Dionigi Scano.




Luisa D’Arienzo
Presidente della Deputazione di Storia
Patria per la Sardegna